Abstract: La ricerca rientra nel progetto PCTO sull’antisemitismo a cui hanno aderito 84 studenti di tre scuole superiori della Regione Lazio, due licei e un istituto d’istruzione superiore, insieme a Progetto Memoria e alla Fondazione CDEC per l’anno scolastico 2022-2023.
Studenti e studentesse delle classi terze e quarte, insieme ai docenti referenti hanno coinvolto Progetto Memoria quale tutor esterno (Sandra Terracina) e due dipartimenti della Fondazione CDEC (Betti Guetta, Stefano Gatti e Murilo Cambruzzi per l’Osservatorio antisemitismo; Patrizia Baldi per la Didattica) per sviluppare il progetto, ricevere formazione, essere coadiuvati nell’analisi e nella riflessione su stereotipi e pregiudizi, in particolare sugli ebrei. Tra gli obiettivi del progetto, la promozione di un processo conoscitivo sulle cause e sulle dinamiche dell’antisemitismo, indirizzato a far emergere comportamenti e atteggiamenti diffusi nella società, al fine di orientare ai valori di una collettività democratica e inclusiva, partendo dalla fotografia realizzata dall’indagine delle Fondazione CDEC. L’apprendimento di carattere storico, sociologico, psicosociale e statistico ha permesso agli studenti di sviluppare le attività a loro affidate. Sono stati stimolati a confrontarsi con figure esterne al mondo della scuola e a gestire, nelle varie fasi del progetto, dinamiche tra pari. Il lavoro di formazione e di tutoraggio si è tenuto in modalità ibrida.
Gli studenti coinvolti nel progetto di formazione hanno compilato un questionario (già utilizzato nell’anno scolastico precedente) finalizzato a valutare il grado di conoscenza degli ebrei e la presenza di pregiudizi e stereotipi nei loro confronti.
Il questionario è composto da 13 domande chiuse ed è stato somministrato tramite Google Forms, tra l’aprile e il maggio 2023, dagli studenti dei tre istituti che hanno partecipato alla seconda edizione del PCTO “Progetto sull’antisemitismo”.
La scelta metodologica è stata quella di coinvolgere nell’indagine i ragazzi del primo anno delle superiori e quelli dell’ultimo anno per cercare di valutare se il percorso scolastico (lungo 5 anni) possa avere un effetto sulla conoscenza degli ebrei e la condivisione di pregiudizi antisemiti.
In totale sono stati compilati 673 questionari 481 al liceo A (71.5%) e 29 al liceo B (4.3%), e 163 all’istituto d’istruzione superiore (24.2%). Il 73% degli studenti è iscritto al percorso scientifico e il 24% al tecnico, gli altri 3% si dividono tra il linguistico e il classico. Il 46 % degli studenti frequenta il primo anno e il 54 % il quinto. Il 45% ha dichiarato di appartenere al genere femminile e il 51% al maschile, il 4% rimanente non ha voluto indicarlo o ha indicato altro.
Abstract: Come ogni anno, l’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – CDEC ha elaborato una Relazione su atti e discorsi antisemiti in Italia nel 2023 che mette a disposizione di studiosi e istituzioni un documento di analisi del fenomeno nel nostro Paese.
Lo studio è introdotto dalla presentazione di dati statistici sulla società e sulla percezione di sicurezza e benessere della popolazione; tale preambolo contestualizza l’antisemitismo, collocandolo sullo sfondo della situazione sociale, economica e culturale italiana.
I dati raccolti rilevano un netto aumento degli atti. A seguito di 923 segnalazioni, sono 454 gli episodi di antisemitismo individuati dall’Osservatorio nel corso del 2023, dato in forte crescita rispetto ai 241 episodi rilevati nel 2022. Di questi, 259 riguardano l’antisemitismo in rete e 195 si compongono di atti accaduti materialmente, tra cui 1 aggressione e 40 casi di minacce. Al cospirazionismo, principale matrice ideologica che alimenta l’odio contro gli ebrei, si aggiungono ora le reazioni legate alle tensioni in Medio Oriente. Infatti, a seguito dei più recenti sviluppi del conflitto in corso tra Israele e Hamas, gli atti contro gli ebrei sono aumentati nella quantità e mutati nella forma: gli episodi rubricati tra ottobre e dicembre sono 216, circa la metà dei quali consumati offline.
La relazione presenta un’analisi approfondita dell’antisemitismo arricchita da un’ampia antologia commentata di post tratti dal social web e una panoramica delle buone pratiche di contrasto all’odio antisemita intraprese nel corso del 2023. Lo studio si conclude con un focus dedicato alla condizione, alle percezioni e preoccupazioni dei giovani ebrei italiani.
Abstract: Come ogni anno, l’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea-CDEC ha elaborato una relazione sugli episodi di antisemitismo sul territorio italiano nel corso del 2022 per fornire a studiosi e istituzioni un documento di analisi della situazione nel nostro Paese.
Lo studio è introdotto da una presentazione di dati statistici sulle condizioni economiche, sociali, di sicurezza e benessere della popolazione che contestualizzano le rilevazioni di episodi di matrice antisemita. Gli studiosi hanno ritenuto importante fornire tale preambolo perché, se in condizioni di latenza l’antisemitismo occupa territori sociali e culturali circoscritti, una situazione di crisi economica e disagio diffuso è soggetta a favorire il riemergere di attitudini razziste, xenofobe e antisemite
I dati presentati su atti e discorsi antisemiti, con un’ analisi approfondita dell’antisemitismo sui social media, rilevano un lieve aumento di atti e discorsi contro gli ebrei principalmente nel web, trend non solo italiano ma globale. A seguito di 327 segnalazioni, nel 2022 l’Osservatorio ha individuato 241 episodi di antisemitismo, dato in leggera crescita rispetto ai 226 episodi rilevati nel 2021. Di questi, 164 episodi concernono l’antisemitismo in rete, 77 riguardano episodi accaduti materialmente, di cui 2 aggressioni, 10 casi di minacce e un grave atto di vandalismo ai danni della sinagoga di Trieste. La principale matrice ideologica che alimenta l’odio contro gli ebrei continua ad essere quella cospiratoria basata sui vecchi miti di un presunto potere ebraico, che vengono modernizzati e adattati alla realtà contingente come la pandemia da coronavirus, la guerra contro l’Ucraina o la crisi energetica.
Lo studio si conclude con una panoramica delle azioni di contrasto, attività didattiche, buone pratiche e dichiarazioni pubbliche contro l’antisemitismo, con menzione della promozione su tutto il territorio nazionale di seminari sulle linee guida per il contrasto all’antisemitismo a scuola a cura del Coordinamento nazionale per la lotta contro l’antisemitismo.
Abstract: Siamo di fronte ad un "nuovo" antisemitismo? Alle antiche rappresentazioni dell’ebreo e ai radicati pregiudizi si sovrappone oggi la paura di forze oscure veicolate dalla globalizzazione. L’antisemitismo attuale, in sincronia con la recrudescenza del conflitto fra israeliani e palestinesi, rischia inoltre di amalgamarsi con l’antisionismo e di assorbire nuovi elementi nel quadro delle società rese multiculturali a seguito dell’immigrazione. Alla luce di questi processi, il volume propone alcune linee guida per insegnanti e educatori, allo scopo di combattere il pregiudizio antisemita e di formulare un’educazione alla cittadinanza attiva e consapevole. Contrastare l’antisemitismo - così come ogni forma di islamofobia e di razzismo - significa realizzare, in particolare nella scuola, un confronto interculturale aperto e pluralistico che aiuti a superare gli stereotipi e l’intolleranza. Tale progetto educativo comporta una dimensione morale e di scelta personale che impedisca di compiere discriminazioni e divenirne complici, o anche semplici "spettatori". L’intervento formativo, quindi, oltre al potenziamento delle capacità razionali e di decentramento cognitivo, implica anche la costruzione di empatia, di responsabilità personale e di prossimità verso tutti. In questo senso, occorre ripensare l´educazione e la didattica riguardanti la Shoah in chiave di paradigma che spinge ad una riflessione sul senso della vita e che, attraverso la storia e la memoria dei testimoni, da Anne Frank a Etty Hillesum, conduce ad una solidarietà con tutte le vittime del passato e del presente.
Abstract: La ricerca rientra nel progetto PCTO sull’antisemitismo a cui hanno aderito tre licei della città metropolitana di Roma Capitale insieme a Progetto Memoria e alla Fondazione CDEC per l’anno scolastico 2021-2022.
In ragione di dinamiche interne a uno dei tre licei, l’avvio delle attività ha visto la rosa delle scuole restringersi a due: un istituto superiore del centro di Roma (Liceo A) e uno di Ciampino (Liceo B).
Studenti e studentesse delle classi terze e quarte, insieme ai docenti referenti hanno coinvolto Progetto Memoria quale tutor esterno (Sandra Terracina) e due dipartimenti della Fondazione CDEC (Betti Guetta e Murilo Cambruzzi per l’Osservatorio antisemitismo; Patrizia Baldi per la Didattica) per sviluppare il progetto, ricevere formazione, essere coadiuvati nell’analisi e nella riflessione su stereotipi e pregiudizi, in particolare sugli ebrei.
Tra gli obiettivi del progetto, la promozione di un processo conoscitivo sulle cause e sulle dinamiche dell’antisemitismo, indirizzato a far emergere comportamenti e atteggiamenti diffusi nella società, al fine di orientare ai valori di una collettività democratica e inclusiva.
L’apprendimento di carattere storico, sociologico, psicosociale e statistico ha permesso agli studenti di sviluppare le attività a loro affidate. Sono stati stimolati a confrontarsi con figure esterne al mondo della scuola e a gestire, nelle varie fasi del progetto, dinamiche tra pari.
A causa del perdurare della pandemia le scuole non hanno potuto ospitare le attività programmate con persone esterne e quindi il lavoro di formazione e di tutoraggio si è spostato in remoto.
Abstract: In the last decades, witness to the Shoa has taken on various forms, from story-telling, to trial depositions and evidence collection, from negotiations for compensations, to "second-generation" accounts. Over the years, what used to be a first-hand narrative, the story of what had been actually seen and felt, has become the account of what have been heard. Since witness to the Shoa, in its various forms, has come to be considered as fundamental "evidence" of the tragedy, second-hands accounts may prove fragile documents to this end. What, therefore, are witness narratives? Are they merely legal documents? How do they stand as historical documents? Will Shoa narratives still have a future while witnesses slowly dwindle and disappear?
Abstract: Italy holds most of the world's cultural heritage, and its Jewish cultural heritage is also of the greatest importance. Only after Emancipation did Italian Jews begin to pay attention to their material heritage – synagogues, cemeteries, libraries, archives, silver furnishings, textiles and artifacts. Their preservation came to be understood as a means of preserving the identity and history of the Jews. After the war, and especially since the early 1980s, the importance of preserving the Jewish cultural heritage as a memory not only for Jews, but for the whole country, began to be acknowledged not only by Jews, but also by the general population, including the Italian authorities.
Abstract: La civiltà ebraica, lungo più di tre millenni e in tanta diffusione di luoghi, ha conosciuto, sulla base di fondamenti essenziali, per influenza degli eventi, una varietà di pensiero, di riti, di aspetti. La modernità, dal Settecento illuministico, e l’emancipazione, seguita dall’integrazione, in paesi progrediti, ha suscitato un fermento di riforma, per esigenza di adeguamenti. È così sorta, a partire dalla Germania, una corrente dell’Ebraismo, detta Reform o Liberale o Progressiva, con sfumature di termini e gradazioni. Si è propagata, per somiglianza di situazioni, in altri paesi europei e specialmente negli Stati Uniti di America. Contrapposta alla Riforma si è configurata, sul versante più tradizionalista, una Ortodossia ebraica, a sua volta suddivisa in riti e tendenze. Si è anche formata una corrente intermedia detta comunemente Conservative. Entro la stessa Riforma vi sono stati i radicali e i temperati, con tendenza al ricupero della tradizione e dell’identità ebraica di popolo. Una innovazione cospicua è la parità dei generi nel culto. Altra denominazione è il Ricostruzionismo che si incontra nel libro.
Tra gli ebrei d’Italia si sono manifestate nell’Ottocento sia propensioni riformistiche, sia maggiormente tradizionaliste. La nascita nel nostro paese di una organizzata corrente progressiva è recente e dovuta in parte agli aumentati scambi con i correligionari di altri paesi, così come gli scambi hanno reso più accentuata, su talune questioni, la linea del Rabbinato italiano. La presenza progressiva è esigua in Italia, ma anche le minoranze meritano di esser conosciute, tanto più essendo parte dell’Ebraismo italiano, esso stesso una minoranza.
Abstract: L'arte e il Museo rappresentano due settori all'avanguardia nella ricerca e nella trasmissione della Memoria della Shoah. Esattamente queste due frontiere disciplinari si occupano fra l'altro dei molti e diversi modi in cui la Memoria stessa è vista, comunicata o percepita. Il libro, frutto di uno studio durato molti anni, accoglie contributi di specialisti fra i più accreditati nei due temi: persone, situazioni e realtà nuove e a tratti sorprendenti aiutano il lettore a comprendere meglio i volti, le sembianze della Memoria della Shoah nel mondo di oggi e di domani.
Indice
Maya Zack, Counterlight
Clara Ferranti, Per una definizione linguistica del totalitarismo del XXI secolo: “radiografia” controluce dell’epoca contemporanea
Paolo Coen, Da Richard Serra in qua. La memoria dell’Olocausto nell’arte e nel Museo, fra continuità, fratture e intersezioni
Eleonora Palmoni, Proposta per musealizzare una delle località di internamento fascista nelle Marche: la Villa Giustiniani-Bandini di Urbisaglia
Daria Brasca, “Holocaust-Era Looted Art” nel contesto italiano: le collezioni private ebraiche tra rimozioni storiche e mancata coscienza nazionale
Manfredo Coen, Il Parco del Cardeto ad Ancona
Chiara Censi, Il patrimonio ebraico di Ancona e delle Marche. La musealizzazione del Cimitero Ebraico di Ancona
Lola Kantor-Kazovsky, Post-Holocaust Reflexion in Moscow Non-conformist Art of the 1960s and Michail Grobman’s Israeli Leviathan group
Danielle Pardo Rabani, La memoria del Bene, Brindisi accoglie: proposta per il recupero e la valorizzazione della ex Stazione Sanitaria Marittima di via Mater Domini
Giorgia Calò, Rappresentare il non rappresentabile. Il volto della Shoah
Anastasia Felcher, Of Their Own Design: Curatorial Solutions to Commemorate the Shoah in Museums across Eastern Europe
Elenco delle immagini
Abstract: La Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e Ipsos hanno realizzato un’indagine volta ad indagare quali siano oggi le opinioni ed i sentimenti degli Italiani nei confronti degli ebrei: apertura/chiusura, possibili stereotipi diffusi, fino ad arrivare al misurare la presenza o meno di un vero e proprio antisemitismo.
L’indagine si inserisce all’interno di un quadro conoscitivo da parte dell’Osservatorio antisemitismo del CDEC già molto articolato, approfondito e ricco di indagini passate sia di natura qualitativa che quantitativa, sebbene – soprattutto quelle quantitative – siano un po’ datate nel tempo.
L’obiettivo di CDEC è stato dunque quello di disporre di un’indagine di scenario aggiornata, caratterizzata da una solida metodologia di rilevazione e che possa diventare un punto di partenza anche per monitoraggi periodici che vadano a costruire una sorta di «barometro dell’intolleranza».
Affrontare un tema come quello delle opinioni nei confronti di gruppi etnici o religiosi specifici, espone ai rischi della cosiddetta desiderabilità sociale, cioè al fatto che gli intervistati più difficilmente esprimono direttamente posizioni critiche o negative su temi come questo. In sostanza, sapendo che le proprie opinioni possono essere oggetto di riprovazione sociale, si tende a non esprimerle se non addirittura a mascherarle.
E’ apparso opportuno quindi far precedere il set di domande dedicate al tema specifico, da alcune domande utili a classificare gli intervistati in termini di apertura più generale nei confronti del mondo e verso «l’altro» e il «diverso», già sperimentate e validate da Ipsos in altre indagini su temi analoghi con un approfondimento sul tema dell’immigrazione: al netto dei rischi terroristici, respingimento o accoglienza? Gli immigrati sono un problema per il nostro stile di vita?
Abstract: La presente relazione riassume i principali casi di antisemitismo e di pregiudizio antiebraico in Italia nel 2013.
Le informazioni sono state raccolte da fonti diverse: dai soggetti coinvolti (vittime), da comunicazione della Comunità ebraica o altri enti, da fonti aperte (giornali, radio, web, etc.) e da analisi e studi fatti in proprio dall’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – CDEC o da altre istituzioni e organizzazioni.
Nel 2013 l’Osservatorio antisemitismo ha registrato una cinquantina di episodi di antisemitismo, un numero vicino a quello degli ultimi tre anni. Si tratta principalmente di: graffiti offensivi, E-mail e post a singoli e istituzioni ebraiche, dichiarazioni pubbliche, cori e striscioni antisemiti negli stadi di calcio.
Il conteggio include gli atti più significativi e manifesti quelli cioè che hanno guadagnato visibilità mediatica consapevoli che molti altri non sono arrivati alla nostra attenzione, perché non denunciati o non pubblicati.
Il calcolo non comprende invece le numerose uscite antisemitiche sul web, tranne che per i casi più eclatanti. Al web come mezzo di diffusione dell’odio viene dedicato un paragrafo a parte.
Abstract: La presente “Lettera di informazione” riassume i principali casi di antisemitismo e di pregiudizio
antiebraico registrati in Italia nel 2014.
• Nel 2014 l’“Osservatorio antisemitismo” della Fondazione CDEC ha registrato una novantina di
episodi di antisemitismo, un numero nettamente superiore a quello degli ultimi tre anni e doppio
rispetto al 2013.
• Come ogni anno molti episodi di antisemitismo si sono concentrati intorno al 27 Gennaio “Giorno
della Memoria”. L’altro picco di antisemitismo è stato raggiunto tra i primi di luglio e la fine di
agosto in concomitanza con il conflitto tra Hamas e lo Stato di Israele nella Striscia di Gaza.
• Il livello di aggressività, in particolare quello verbale, è in crescita.
• Episodi di antisemitismo ed attacchi contro gli ebrei vengono da ambienti estremisti e marginali.
• Il pregiudizio antisemitico inteso come opinioni è trasversale ai diversi ceti socio culturali e politici,
l’antisemitismo - come episodi, attacchi verbali e azioni di ostilità antiebraica - contraddistingue i
gruppi politici estremisti di destra e di sinistra. I discorsi antisemiti, ossia argomentazioni fatte
pubblicamente che si riferiscono a una ideologia o a un pensiero culturale denso di stereotipi, a
seconda del paradigma cui attingono: cospirativismo, negazione della Shoah, demonizzazione di
Israele vengono espressi invece in vari contesti, non necessariamente estremisti.
• Esponenti e simpatizzanti di partiti e movimenti della destra radicale nel 2014 sono stati
protagonisti di molteplici episodi e polemiche antisemite e negazioniste, e di banalizzazione del
nazifascismo.
• Il negazionismo è molto attivo, principalmente nel web e fa parte del bagaglio ideologico e militante
di movimenti e partiti neonazisti.
• L’antisemitismo nel web è in continua crescita.
Abstract: L’identità dipende dai legami, dalle storie e dalle esperienze personali, dalle condizioni esistenziali nel tempo e nello spazio,dai processi complessi di mobilità fisica e intellettuale, dai sistemi normativi e regolativi del lavoro e della vita di singoli e collettività. Gli ebrei italiani, legati a una Tradizione nobile, a una tragedia immane, come quella della Shoah, alla recente nascita di uno Stato, Israele, al quale sono legati emotivamente e affettivamente, possono essere dei protagonisti del cambiamento, in forza della loro esperienza, o chiudersi in una particolarità separata nella difesa, in sé legittima, della propria specificità. La ricerca sui giovani ebrei italiani parte da queste premesse proponendo le loro risposte alle alternative indicate.
L’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas (www.hansjonas.it) nasce alla fine del 2009 per promuovere attività di formazione, ricerca ed elaborazione culturale in seno alle comunità ebraiche italiane e nella società. Da allora l’Associazione ha organizzato due Master per giovani dirigenti delle comunità ebraiche e diversi convegni di studio. Con questo testo l’Associazione apre le sue pubblicazioni.