Memoria e postmemoria della Shoah in Italia. Tra storiografia e discorso pubblico
Translated Title
Memory and postmemory of the Holocaust in Italy. Between historiography and public discourse
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La presenza della memoria della Shoah nel discorso pubblico italiano si è profondamente modificata negli ultimi decenni, innanzitutto a partire da uno sviluppo storiografico iniziato nel 1988, cinquantesimo anniversario delle leggi razziali del fascismo. Più tardi, nel 2001, è stato introdotto per legge il Giorno della memoria (27 gennaio), data che ha prodotto un riconoscimento ufficiale nel calendario civile italiano degli eventi della Shoah, ma anche una ritualizzazione e sovrapproduzione del ricordo. Paradossalmente, inoltre, la legge italiana istitutiva del 27 gennaio non contiene la parola “fascismo”. È in seguito prevalsa nel discorso pubblico la commemorazione costante dei “Giusti”, cioè dei salvatori degli ebrei, a discapito del ricordo degli italiani che arrestarono gli ebrei nel 1943-1945, collaborando con i tedeschi alla loro deportazione. La più recente fase della “postmemoria” lascia intravedere un possibile superamento della monumentalizzazione, ad esempio attraverso la posa delle “pietre di inciampo” nelle città italiane ed europee, che ricordano le singole vittime nei luoghi del loro arresto. Fioriscono inoltre narrazioni, che intrecciano storia e letteratura, prodotte da una terza generazione anche non ebraica. Ma la memoria degli eventi della Shoah, per essere “autentica”, deve continuare a nutrirsi sia di racconto che di storia.
Translated Abstract
The presence of the Holocaust of the Shoah in Italian public discourse has changed profoundly in recent decades, primarily due to a shift in historiography that began in 1988, the year of the fiftieth anniversary of fascist racial laws. In 2001, legislation instituted Holocaust Remembrance Day (27 January). This date marked the official recognition of the events of the Holocaust in the Italian civil calendar, as well as the ritualisation and overproduction of remembrance. Paradoxically, the Italian law instituting the official commemoration of 27 January does not mention the term ‘fascism’. The constant commemoration of the ‘Righteous’, i.e. those who saved the Jews, has prevailed in public discourse over the memory of the Italians who arrested Jews in 1943-1945, collaborating with the Germans in their deportation. The more recent ‘postmemory’ phase suggests a possible move beyond monumentalisation, for example through the installation of ‘stumbling blocks’ in Italian and European cities, commemorating individual victims at the sites of their arrest. Narratives that blend history and literature, produced by a third generation, including non-Jews, are also flourishing. Yet, for the memory of the events of the Holocaust to be ‘authentic’, it must be nourished by both stories and history.
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34
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Memoria e postmemoria della Shoah in Italia. Tra storiografia e discorso pubblico. 2025: https://archive.jpr.org.uk/10.4000/140k6